- 8 Maggio 2019
- Posted by: Vegambiente
- Categoria: Sicurezza sul Lavoro
Valutazione del Rischio Sismico dell’Ambiente di Lavoro
INTRODUZIONE
Uno tra gli aspetti fondamentali del Documento di valutazione dei rischi (DVR), è la valutazione della vulnerabilità sismica dei luoghi di lavoro, anche in relazione ai recenti eventi e alle caratteristiche dei nostri territori. Tale aspetto, anche se non espressamente definito all’interno del D. Lgs 81/2008 – Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, trova il suo richiamo nei seguenti Articoli:
- Art.15: Misure generali di tutela. (Titolo I – Principi Comuni);
- Art.17 (c.1): Obblighi del datore di lavoro non delegabili.
- Art.29 (c.3): Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi.
- Art.63 (c.1): Requisiti di salute e di sicurezza (Titolo II – Luoghi di Lavoro);
- Art.64 (c.1,c): Obblighi del datore di lavoro;
Oltre che nell’ ALLEGATO IV (Requisiti dei luoghi di lavoro) del medesimo decreto, dove al punto 1.1.1 si riporta: “Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro o qualunque altra opera e struttura presente nel luogo di lavoro devono essere stabili e possedere una solidità che corrisponda al loro tipo d’impiego ed alle caratteristiche ambientali”. Per caratteristiche ambientali si fa riferimento al NTC 2008 – c.8.3 (Norme Tecniche per le Costruzioni) dove con azioni ambientali si intende: sisma, vento, neve e temperatura.
La valutazione del rischio deve mirare a raggiungere l’obiettivo di sicurezza e salute per tutti i lavoratori e per tutti i rischi credibili o potenziali.
A seguito dei numerosi eventi sismici che hanno interessato il nostro Paese dal 2012 ad oggi, è bene considerare come la totalità del nostro territorio sia soggetta al rischio sismico, occorre perciò essere adeguatamente informati e formati su quelle che sono le qualità dell’edificato in generale e in particolare in termini di sicurezza dei luoghi di lavoro.
La valutazione del rischio sismico permette di integrare il DVR e redigere le opportune procedure di intervento in caso di emergenza sismica, con una opportuna integrazione dei piani di emergenza e ed evacuazione, tuttavia, rimanda poi ad opportuni tecnici specialisti del settore delle costruzioni, gli approfondimenti nei casi dubbi e/o di rischio non tollerabile o in tutti quei casi in cui occorre procedere alla valutazione di sicurezza prevista dalle NTC 2008 con particolare riferimento agli edifici esistenti (Capitolo 8 delle NTC – Norme Tecniche delle Costruzioni).
RISCHIO SISMICO
Prima di introdurre il concetto di Rischio Sismico è opportuno dare una definizione al concetto di Vulnerabilità Sismica, ossia, l’attitudine di un organismo strutturale a subire danni per effetto di azioni sismiche che hanno una certa probabilità di verificarsi durante il suo periodo di utilizzo.
Perché esistono costruzioni vulnerabili al sisma?
- Perché le strutture possono essere state costruite prima dell’introduzione delle norme sismiche, o secondo vecchie versioni normative (non più adeguate);
- Perché nel passato c’era una conoscenza inadeguata della sismicità del sito, che negli anni è notevolmente migliorata grazie all’innovazione tecnologica e ai nuovi studi (come si può vedere nelle immagini sotto riportate);
- Perché la configurazione strutturale non era adeguata;
- Esecuzione scadente delle opere strutturali;
- Controlli inefficienti durante la costruzione (cattiva qualità dei materiali e dei dettagli costruttivi);
- Edilizia illegale;
- Lunghi periodi di quiescenza sismica: la memoria svanisce nel susseguirsi delle generazioni.
L’evoluzione della conoscenza della pericolosità sismica sul nostro territorio, ha portato a definire una carta sismica che indica la maggior precisione di pericolosità sismica del territorio nazionale italiano. La stessa è stata definita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Italiano, espressa in termini di accelerazione massima del suolo con possibilità di eccedenza del 10 % di 50 anni:
LINEE GUIDA PER LA CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO
Le Linee Guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni introdotte il 20 febbraio 2017 dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ed emanate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), consentono di attribuire ad un edificio una specifica Classe di Rischio Sismico, da A+ a G, mediante una unico parametro che tenga conto sia della sicurezza sia degli aspetti economici, con lo scopo di stabilire l’entità del sisma-bonus (detrazione fiscale Irpef) che varia in funzione del miglioramento di classe, ottenuto a seguito dell’intervento, e introduce una metodologia per la valutazione del rischio sismico degli edifici.
- 8 Classi di Rischio Simico: A+ –> G
Il rischio sismico è la misura matematica e ingegneristica per valutare i possibili danni e conseguenze a seguito di un possibile evento sismico, si basa essenzialmente su tre fattori:
- Pericolosità (P): è la probabilità che si verifichi un evento sismico (terremoto) di una certa intensità in un dato territorio (area geografica) e in un determinato intervallo di temporale;
- Esposizione (E): indica il valore d’insieme di vite umane e materiali che può essere perduto o danneggiato a seguito di un sisma;
- Vulnerabilità (V): intesa come la predisposizione di una costruzione, di un impianto ecc. a subire danni per effetto del sisma (capacità dell’edificio di resistere all’evento sismico);
IL Livello del rischio Sismico “R” di un determinato luogo di lavoro quindi risulta dalla combinazione dei fattori prima descritti:
R = P x E x V
METODI PER LA DETERMINAZIONE DELLE CLASSI DI RISCHIO
Sono stati sviluppati due metodi per la determinazione delle Classi di Rischio Sismico degli edifici:
- Metodo Convenzionale: è applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione. Esso è basato sull’applicazione dei normali metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche di Costruzione (NTC) e consente la valutazione della Classe di Rischio della costruzione, sia nello stato di fatto, sia nello stato conseguente all’eventuale intervento, consentendo il miglioramento di una o più classi di rischio.
- Metodo Semplificato: basato su una classificazione macrosismica dell’edificio, è indicato per una valutazione economica e speditiva (senza specifiche indagini e/o calcoli) della Classe di Rischio e può essere utilizzato sia per una valutazione preliminare indicativa esclusiva per gli edifici in muratura, sia per l’accesso al beneficio fiscale in relazione all’adozione di interventi di tipo locale, consentendo il miglioramento di una sola classe di rischio.
OBIETTIVO INIZIALE
Sviluppare una valutazione preliminare, più approfondita rispetto a quella con metodo semplificato, non definendo una classe di rischio di vulnerabilità sismica specifica, ma determinando un indice di rischio sismico semplificato che ci permetta di conoscere attraverso una matrice tridimensionale quello che, indicativamente, è il rischio sismico del nostro edificio. Tale indice può essere definito come punto di partenza per una più approfondita valutazione sismica del nostro ambiente di lavoro.
Vi invitiamo a confrontarVi con i nostri uffici per valutare ciascuna specifica esigenza.